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La struttura familiare

La Famiglia

La famiglia è il teatro, tra commedia e melodramma, della storia di ciascuno.
In una famiglia sana i problemi si risolvono con una riorganizzazione delle abitudini, dei ruoli, dei miti e con azioni concrete. Come sostiene Whitaker “La famiglia sana è una sottocultura che si è strutturata nel corso di molte generazioni”.
Nel modello elaborato da Salvador Minuchin, la famiglia viene descritta come una struttura al cui interno vi sono sottosistemi (quello coniugale, quello genitoriale, quello dei figli, quello dei fratelli, quello dei nonni ecc.), che vengono demarcati da confini generazionali e gerarchici. I confini sono l’espressione delle regole familiari che definiscono il ruolo di ognuno e servono per proteggere la differenziazione del sistema. Per esempio, il confine di un sottosistema genitoriale è definito quando la madre dice al figlio maggiore “se tuo fratello corre in bicicletta per strada, dimmelo che io lo fermerò”.
Perché una famiglia funzioni bene i confini devono essere chiari e definiti in modo tale da permettere ai membri di ogni sottoinsieme di esercitare le loro funzioni senza interferenze esterne e nello stesso tempo permettere il contatto tra i componenti del sottosistema e degli altri. Una volta in cui sono chiaramente tracciate le linee di responsabilità e autorità, un sottosistema genitoriale, che includa una nonna e un figlio genitoriale, può funzionare in maniera ottimale.
La chiarezza dei confini quindi diventa uno dei parametri importanti per la valutazione del funzionamento della famiglia medesima.
Vi sono famiglie che concentrano l’interesse su se stesse e sviluppano il proprio microcosmo, con conseguente aumento di comunicazione e coinvolgimento tra loro. Tali dinamiche relazionali, fanno sì che diminuisca la distanza tra i membri della famiglia e i confini si confondano. Si può qui parlare di confini diffusi, che troviamo in una famiglia invischiata, nella quale vi è un forte coinvolgimento della famiglia, con una certa indifferenziazione dei sottosistemi e la tensione di uno dei membri si riflette con forza nei vari sottosistemi.
Al polo opposto, vi sono le famiglie disimpegnate, con confini eccessivamente rigidi, in cui mancano completamente il senso di appartenenza e di interdipendenza; la comunicazione tra i sottosistemi diviene difficile, le funzioni di difesa della famiglia sono danneggiate, non vi è la capacità di dare sostegno agli altri membri della famiglia e non viene sentita la genitorialità.
In termini umani, l’invischiamento e il disimpegno stanno ad indicare la preferenza di un tipo di interazione piuttosto che una differenza tra funzionale e disfunzionale, ma, quando si è agli estremi di un polo o dell’altro, sono un indicatore di una possibile patologia.
All’interno delle famiglie invischiate, la mancanza di differenziazione nel sottosistema può scoraggiare l’esplorazione e la risoluzione autonoma dei problemi; mentre i componenti delle famiglie disimpegnate possono funzionare autonomamente, ma hanno un senso distorto circa il significato dell’interdipendenza e mancano di sentimenti di lealtà e di appartenenza nei confronti della famiglia, con un’incapacità di chiedere aiuto e sostegno se necessario.

Una psicoterapia può essere utile per riprendere la propria storia familiare, ricontestualizzare al suo interno le proprie modalità relazionali, per arrivare ad una piena differenziazione dalla propria famiglia d’origine.