L’empatia e l’arte di mettersi nei panni degli altri

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L’empatia e l’arte di mettersi nei panni degli altri

L’empatia è la capacità di percepire e comprendere lo stato d’animo altrui, sia per quanto riguarda la gioia che il dolore. “Sentire dentro” è il significato etimologico, e consiste nel riconoscere le emozioni degli altri, calandosi nella altrui realtà e comprenderne emozioni, sentimenti e pensieri.

La capacità di mettersi nei panni di un’altra persona comprendendola fino in fondo, ma senza lasciarsi trasportare dalle sue emozioni del momento avendo quella distanza personale, che permette di mantenere la propria lucidità.

Il primo ad usare il termine empatia fu il filosofo Theodore Lipps, che lo usò agli inizi del novecento per indicare la relazione tra l’artista e il fruitore che proietta se stesso nell’opera, parlando della partecipazione profonda dell’esperienza di un’altra persona e qui importante è evidenziare che l’osservare movimenti altrui suscita in ognuno di noi le stesse emozioni di colui che si osserva, ma tale stato d’animo non viene percepito come un’esperienza propria, ma viene proiettato sull’altro e rimane appartenente all’altro e si parla di empatia come una partecipazione o imitazione interiore.

Nelle scienze psicosociali si riferisce alla capacità di percepire, immaginare e avere una comprensione diretta degli stati mentali e dei comportamenti altrui. Le moderne neuroscienze hanno mostrato che la capacità di provare quello che sente l’altro è sostenuto da basi biologiche grazie a una particolare classe di neuroni: i neuroni specchio in quanto partecipare come testimoni ad azioni, sensazioni ed emozioni di altri individui attiva le stesse aree cerebrali che sono coinvolte nello svolgimento in prima persona delle stesse azioni e nella percezione delle stesse sensazioni ed emozioni (Gallese, 2005).

E’ un’abilità sociale di fondamentale importanza, che rappresenta uno degli strumenti di base per una comunicazione interpersonale efficace e gratificante favorendo la messa in atto di abilità quali l’apprendimento attraverso l’osservazione e la comprensione dei bisogni e desideri altrui.
Nella relazioni, l’empatia è una delle principali porte di accesso agli stati d’animo e in generale al mondo dell’altro, che permette di fare il salto al livello metacomunicativo, la comunicazione sulla comunicazione, cogliendo il significato psico-emotivo del discorso e non solo il contenuto semantico della frase, quel qualcosa in più, la parte veramente significativa del messaggio, che è possibile decodificare grazie all’ascolto empatico.

Fondamentale dell’ascolto empatico è la capacità di porsi in modo immediato nello stato d’animo di un’altra persona, ma mantenendo una distanza personale senza lasciarsi trascinare dalle emozioni degli altri.

Ad esempio, se una persona è triste bisogna ascoltare e accogliere la sua tristezza ma senza lasciarsi trascinare dalla sua disperazione.

Nell’empatia vi sono due componenti: quella cognitiva, che riguarda la capacità di adottare e comprendere la prospettiva di un’altra persona, e quella affettiva, che fa riferimento alla capacità di condividere uno stato emotivo con l’altro e infine, ma indispensabile per avere un ascolto empatico, la capacità di mantenere in modo stabile una distinzione tra sé-altro.

Senza empatia, gli esseri umani sono creature solitarie, scollegate dagli altri. Martin Hoffman la definisce “la scintilla che fa scaturire l’interesse umano per gli altri, il collante che rende possibile la vita sociale”.

L’empatia è la connessione tra le menti, mondi personali che si incontrano attraverso i quali circolano e si scambiano liberamente sensazioni: il connettersi all’altro, alla sua realtà, al suo mondo emotivo.

L’empatia è l’arte di mettersi nei panni dell’altro, vedere il mondo attraverso i suoi occhi e nel mondo contemporaneo in cui si è interconnessi paradossalmente sembra manchi il filo emotivo della connessione, una società individualista in cui è come venisse privilegiata l’autosufficienza e l’indipendenza quasi dimenticandosi che le relazioni permettono di comprenderci, di incontrarsi ed avere un vero coinvolgimento emotivo.

In un mondo in cui ci si sente persi, confusi e lontano da tutti forse anche da se stessi, può essere utile un percorso psicoterapeutico di consapevolezza interiore per migliorare la propria intelligenza emotiva e sociale partendo da sé, dal riconoscimento e gestione delle proprie emozioni, fermare ad ascoltarsi per conoscersi e arrivare ad una comunicazione empatica fatta di comprensione e di ascolto attivo con l’altro.