Trauma Cranio – Encefalico

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Trauma Cranio – Encefalico

Pablo Picasso Guernica 1937

Per trauma cranio-encefalico, si intende una lesione cerebrale determinata da un impatto del capo contro uno una forza esterna, che determina delle alterazioni a livello della coscienza, a livello cognitivo, emotivo e fisico, provoca dei cambiamenti che possono essere temporanei o permanenti, determina delle disabilità parziali o complete ed è la causa di difficoltà di adattamento psico-sociale.

Il trauma cranio-encefalico (TCE) è tra le più frequenti malattie disabilitanti dovute ad un danno del sistema nervoso e la sua incidenza è superiore a quella dell’emorragia cerebrale.
La maggior parte dei traumi è causata da incidenti con un’autovettura coinvolto, ma non bisogna sottovalutare quelli domestici o dovuti ad altre cause ancora. Negli ultimi anni, il numero di coloro che sopravvivono ad un grave evento traumatico è in aumento, grazie ai notevoli progressi d’intervento sempre più organizzati, curati in Unità di Rianimazione tecnologicamente avanzati.
Il trauma cranico grave comporta una disabilità che può rendere difficile la riorganizzazione delle caratteristiche fisiche, psichiche, sociali di un individuo, tale da impedirgli un buon adattamento e una buona qualità della vita.
Il trauma cranico lieve lascia, come esito principale, la sindrome post-commozionale, caratterizzata da cefalea, irritabilità, turbe della memoria e del carattere, vertigini e difficoltà di concentrazione.
Indipendentemente della gravità del trauma cranico, si riscontra nelle persone che l’hanno subito, una generale perdita di iniziativa, una carente capacità di prevedere gli eventi, la difficoltà di elaborare strategie e prendere decisioni.
Vi è una perdita di fantasia e creatività, non riescono a stabilire dei contatti con gli altri e diventano incapaci di offrire vere amicizie, amore e instaurare relazioni sociali.
Da recenti ricerche è emerso che il 30 – 40% delle persone vittime di un trauma cranico hanno, a tre anni di distanza dall’evento traumatico, disturbi che influenzano l’andamento psicosociale nel suo insieme portando all’isolamento sociale, alla depressione, allo scarso controllo dell’affettività e un blocco dell’iniziativa.
La persistenza nel tempo di tali disturbi, pare non sia dovuta ad una motivazione organica, ma è attribuibile a fattori psicologici, dovuti al mancato avverarsi di avvenimenti che segnano passaggi fondamentali nella vita di ogni persona, quali possono essere il non aver potuto conseguire un titolo di studio, il non avere una compagna, oppure il non aver potuto lasciare la casa della famiglia di origine ecc., che la persona vive come dei fallimenti esistenziali, che possono di conseguenza provocare dei scompensi emotivo-comportamentali e un marcato senso di solitudine.
Oltre a disturbi della sfera emozionale, in seguito a un trauma cranico, si riscontrano eterogenei deficit cognitivi, di cui i più comuni sono i disturbi di attenzione e di memoria. Nel disturbo di attenzione rientrano il disturbo di vigilanza e i disturbi di controllo dell’informazione; i disturbi mnestici riguardano la memoria episodica e quella prospettica, spesso in un contesto di memoria semantica preservato. Vengono compromesse le funzioni metacognitive, che si riferiscono alla volontà, alla pianificazione, all’autocontrollo e all’autoconsapevolezza.
Importante è intraprendere un programma individuale, per rispondere ai bisogni cognitivi, emotivi e motivazionali della persona, che include un intervento a livello cognitivo, relativo a specifici disturbi quali deficit attentivi, mnestici, di problem solving e della comunicazione, con un’attenzione particol