Anaffettività

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Anaffettività

Anaffettività

Anaffettività è l’incapacità dell’individuo di provare e mostrare affetti, sentimenti ed emozioni, un’incapacità, più o meno patologica, di mostrare emozioni, le quali vengono represse restando inespresse.

Le persone anaffettive non riescono appunto a provare o a manifestare affetto in situazioni in cui abitualmente viene provato e questo non è dovuto a un’assenza di sentimenti, ma per la paura di rimanere feriti. In seguito ad una situazione vissuta e percepita dalla persona come eccessivamente dolorosa, l’anaffettività può essere la risposta come difesa personale nei confronti di un ambiente potenzialmente perturbante, che potrebbe destabilizzarla nuovamente.
Se una situazione sentimentale è stata frustrante, la persona, per difendersi da una possibile nuova delusione, potrà mettere in atto comportamenti volti ad evitare nuovi momenti di intimità con la difficoltà ad instaurare nuovi coinvolgimenti emotivi per la paura di ritrovarsi di nuovo ferita.
Dal punto di vista psicopatologico l’anaffettività è un sintomo e non una sindrome: un tratto che caratterizza alcuni disturbi di personalità, come quello ossessivo e quello schizoide.
Le persone anaffettive tendono a mettere da parte i sentimenti e le emozioni dedicandosi esclusivamente all’investimento professionale, dando particolare rilievo ai contenuti materiali e narcisistici della propria vita evitando relazioni intime e a sua volta evitando il coinvolgimento emotivo-affettivo, che ogni relazione implica. Una tendenza a vivere la vita per le “cose” e per “l’immagine” anziché per la vita e la felicità, trattando anche le persone come se fossero degli oggetti da usare per i propri benefici e da scartare quando non servono più.
Le caratteristiche di una persona anaffettiva sono la smodata dedizione al lavoro; un comportamento regolarizzato secondo l’apprezzamento degli altri; il tentativo di fuggire da ricordi di esperienze dolorose; un ripiegamento emotivo e freddezza; la tendenza a fuggire dalle relazioni sentimentali, il tutto accompagnato da un’angoscia di abbandono e da sentimenti di vuoto.
Per comprendere l’origine di tale “distacco emotivo difensivo” bisogna fare un passo indietro e ritornare all’infanzia in cui forse si erano vissute particolari situazioni di abbandono, traumatiche, di  poco amore, che hanno generato tale freddezza e conseguentemente quello che viene definito un totale ripiegamento emotivo. Un distacco emotivo difensivo che permette alla persona di difendersi da una possibile sofferenza. Persone che quando vengono sfiorate dagli affetti, dall’amore o da qualsiasi forma di sentimento positivo, sono pervasi dall’angoscia d’abbandono e si difendono congelando le emozioni, i sentimenti.
Un percorso terapeutico per ritrovare le emozioni positive, riconoscerle, imparare a gestirle per ritornare ad  amare la vita e ritrovare quella felicità che forse fa paura.