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Ipercontrollo

Ipercontrollo

Negli ultimi decenni, l’uomo occidentale, con il grande progresso tecnologico, ha costruito il mito di avere il controllo su tutto, con la convinzione che niente possa avvenire per caso. Un bisogno continuo che tutto vada bene e che sia perfetto, un controllo di persone, situazioni, eventi senza riuscire a trovare un momento di pace.
Persone con una vera e propria mania del controllo, che sono sempre vigili e attente per il timore che una piccola distrazione possa essere fatale e disastrosa. Vi è un forte senso del dovere con un controllo razionale delle emozioni, la necessità di pianificare ogni cosa in cui non viene ammesso un possibile imprevisto, ogni situazione della propria vita viene studiato a tavolino, sia per quanto riguarda il lavoro che la propria vita privata.
Le emozioni vengono percepite come “pericolose” in quanto non controllabili e vi è la tendenza di corazzarsi dietro la razionalità per evitare possibili turbamenti, con una tendenza a separare emozioni in buone e cattive: se si prova rabbia o tristezza vi è qualcosa che non va, qualcosa che non funziona e bisogna difendersi negandole.
La razionalità, lo spostare ogni emozione su un piano logico, permette alla persona di non prendere contatto con quell’emozione che la terrorizza; la componente emotiva della propria vita viene allontanata da sé perdendo il contatto con il piacere e la propria creatività, che è il nutrimento della propria individualità.
Sostenendo ogni discorso su una base strettamente razionale, evitando ogni sorta di coinvolgimento emotivo, senza una calibratura tra le due dimensioni, la vita viene svuotata di significato e si perde la curiosità per arricchire la propria esistenza.
Punto di partenza è riuscire a riconoscere le emozioni e conseguentemente imparare a gestirle per vivere una vita degna di essere vissuta. Sviluppare un’intelligenza, che non sia solo logica, fredda ed astratta, ma, come sostiene Daniel Goleman, sia un’intelligenza emotiva caratterizzata dall’abilità di essere consapevoli dei propri sentimenti e di saperli esprimere e che consenta di comprendere i propri sentimenti più profondi e di soddisfarli.
Il lavoro psicologico diviene lo strumento per tracciare la strada, il percorso per creare un ponte tra la parte razionale, logica e quella emotiva al fine di riconoscere come ci si sente e dare il giusto nome alle emozioni.