Il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività

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Il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività

Il Disturbo da Deficit d'Attenzione e Iperattività

Il disturbo da deficit d’attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo evolutivo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in alcuni casi impedisce il normale sviluppo e l’integrazione sociale del bambino.

Questi problemi derivano dall’incapacità del bambino di controllare le sue risposte all’ambiente, è come se mentre stesse facendo qualcosa, fosse bombardato da tanti altri eventi disturbanti e non riuscisse ad annullare tutti questi stimoli per focalizzare l’attenzione solo su quello che sta facendo.
Negli ultimi anni i bambini che presentano un disturbo da deficit d’attenzione e iperattività sono diagnosticati con una frequenza sempre maggiore, con numerose difficoltà personali e relazionali per il bambino e i suoi familiari. Le cause del disturbo sono da ricercare nella neurofisiologia di base, ma la sua espressione può anche essere influenzato da fattori ambientali e risulta importante, che la famiglia riesca ad attivare le abilità necessarie a produrre un cambiamento funzionale per raggiungere un maggiore benessere.
I familiari rappresentano le figure di riferimento per i bambini, sono coloro che li conoscono meglio e che possono creare condizioni affettive, educative ed emotive, che favoriscano esperienze di vita positive e limitare i possibili disturbi comportamentali psico-emotivi causati da eventuali insuccessi e frustrazioni, che può incontrare nella sfera relazionale, sociale e scolastica. In questo senso è utile che i genitori si avvalgano di una consulenza psicologica familiare per concordare insieme l’utilizzo di metodi e strategie educative per ottenere dei risultati concreti.
Durante gli incontri, con i genitori e i figli insieme si costruisce la storia familiare, fatta di narrazioni, miti e valori, che creano il contesto dove si sviluppano le relazioni funzionali e disfunzionali. La storia della famiglia diventa il contenitore al cui interno si inseriscono i comportamenti problematici del bambino, con l’obiettivo di avere una visione globale delle dinamiche familiari e per cogliere i comportamenti anticipatori, utili per prevedere delle possibili situazioni problematiche e per evitare comportamenti stereotipati.
L’ottica sistemica allarga il problema a tutta la famiglia, senza focalizzarsi sul bambino con un disturbo da deficit d’attenzione e iperattività, in modo che questi possa riconoscere un senso di appartenenza alla famiglia, piuttosto che di esclusione. La famiglia diviene un contenitore stabile e sicuro, dove il bambino può esprimere le sue emozioni e agire i suoi comportamenti turbolenti, sentendosi protetto e al sicuro.